Si avvicina il Gran Galà delle Scuole di Lamezia 2017.
Due momenti dell’atteso evento che coinvolgerà i ragazzi dei nostri laboratori. La prima sessione sarà l’8 e il 10 MAGGIO.
Due spettacoli, due storie epiche.
La mattina dell’8, al Teatro Grandinetti, ore 10:30, andranno in scena i ragazzi dell’ ITE V. De Fazio con lo spettacolo “Montecchi & Capuleti: storia d’amore e odio. La storia d’amore più celebre della letteratura e del teatro, Romeo e Giulietta, vestirà nuove forme, e acquisterà un significato a volte lasciato in disparte. Una rivisitazione dell’opera di Shakespeare, in cui fondamentale diventa la contesa supremazia sociale tra le famiglie più ricche e facoltose della Bella Verona. Supremazia, lotta, coercizione, bullismo. Due gruppi che si odiano e si disprezzano, senza nessun reale motivo. L’unica ragione è primeggiare. Sentirsi migliori, sentire che la propria comunanza è più forte e considerevole di quella del loro nemico. Dimenticando che si è cittadini e uomini, aventi tutti lo stesso dovere di rispettare l’altro, e il diritto di essere rispettati. L’arrivismo dei meschini affiora nelle parole dei protagonisti. E si accompagna all’altra protagonista della vicenda, la paura dell’oblio e del non riconoscimento di una valenza sociale, sia come individuo che come aggregato politico.
Il tutto cadenzato dalla ritmicità delle canzoni del nostro Sud, che si espandono tramite le vibranti percussioni del tamburo, con le accattivanti voci e balli dei popoli mediterranei, in tensione tra la terra, le radici e il cielo.
Il 10 MAGGIO, invece, sarà l’occasione, per i ragazzi del Laboratorio Cadmo del Liceo Classico F. Fiorentino, di ricalcare il palcoscenico. Dopo “Sogno di una notte di mezza estate”, quest’anno si caleranno nei mitici personaggi dell’Odissea. Col titolo di: “Io, nessuno”, prenderà forma e contenuto un’originale “installazione teatrale”. Infatti, ad impossessarsi della scena e installarvisi, saranno gli elementi materici, con i quali i nostri ragazzi riprodurranno delle sculture umane. Gli oggetti in questione sono delle inusuali camere d’aria di pneumatici, che ricordano dei gommoni – salvagente, monoposto. Riecheggiando una metafora attuale del viaggio, quella dei profughi su mezzi occasionali, di fortuna, in balìa dei molti disagi che la traversata, verso l’Europa, comporta. Un tragitto impervio nel mare calmo e in tempesta, come i moti dell’animo. Un percorso verso la conoscenza del proprio io, e del proprio non io. Un itinerario scomodo, diviso in tappe. Ogni luogo prende le sembianze del personaggio che lo vive, trasformandosi in un mostro accogliente o liberatorio, quasi quanto le turbolenze della psiche umana, in netto contrasto con la ragione. Chi, se non Odisseo, dedica la sua vita alla ricerca. Egli è lo stratega, il saggio e colui che superò le colonne d’Ercole. Un io, un nessuno. Un barbaro in terre straniere e un mendicante a casa sua. In onore di quella tacita riverenza al dio delle leggi del cuore; anche di quelle leggi più oscure e abiette. In un impetuoso conflitto interiore che porta al Parnaso, regno dell’arte e dell’espressività.
Tutto questo guardando a quel maestoso mare, che sfuma all’orizzonte; oltre il quale, una risposta sosta, ad attenderci.